Le storie della settimana
Ciao,
a tre mesi dalla prima uscita di questa newsletter vi chiedo solo un minuto per rispondere a tre brevi domande. Mi aiuteranno a decidere il futuro di questo progetto.
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Cosa c’è dietro Apple Intelligence, l’AI di Apple
Durante la conferenza annuale per sviluppatori WWDC Apple ha presentato i suoi piani per l’intelligenza artificiale, ingegnosamente chiamata Apple Intelligence preservando così l’acronimo AI. Apple userà dei modelli di AI generativa sviluppati internamente per alimentare nuove funzioni come gli strumenti di scrittura, la revisione dei testi, le risposte automatiche e i riassunti nelle email.
C’è anche la generazione di emoji e immagini ma la cosa più attesa è la nuova versione di Siri, l’assistente vocale lanciato nel 2011, che sarà in grado di interpretare il linguaggio naturale in modo più avanzato e in futuro sarà anche in grado di eseguire azioni all’interno delle app in base ai comandi vocali (o testuali).
Queste nuove funzionalità saranno disponibili come “beta” dall’autunno prossimo, ma con dei limiti. La lingua supportata sarà solo l’inglese americano e Apple Intelligence sarà attivabile solo su iPhone 15 Pro e su Mac e iPad con chip M1+, probabilmente per via dei requisiti di memoria (almeno 8 GB).
Nonostante queste limitazioni e il fatto che per ora non ci sia nulla di concreto da provare le reazioni sono state positive: in borsa Apple è tornata ad essere l’azienda più valutata al mondo, superando Microsoft. Possiamo identificare alcuni fattori che rendono Apple Intelligence diversa dall’AI che abbiamo visto finora:
- È integrata con il sistema operativo: non c’è una nuova app ma Apple ha provato a inserire le funzioni in varie parti di iOS e macOS, una cosa che finora né Microsoft né Google sono riusciti a fare efficacemente nei propri sistemi operativi. Se finora l’AI generativa è stata presentata come un prodotto, per Apple l’AI è parte delle funzioni del sistema operativo.
- Funziona in buona parte in locale sul proprio smartphone o computer, grazie a dei piccoli modelli generativi sviluppati internamente da Apple, permettendo così di preservare la privacy degli utenti. Per compiti più sofisticati Apple ricorrerà a dei modelli più grandi eseguiti in cloud, all’interno di una nuova infrastruttura chiamata Private Cloud Compute appositamente progettata per minimizzare il rischio di uso improprio dei dati trasmessi.
- Apple ha trovato un modo per sfruttare i dati contenuti nelle app creando un indice semantico locale di questi dati. Informazioni come i messaggi, le email, il calendario e le foto saranno quindi utilizzabili da Siri per rispondere alle richieste. Siri conoscerà la nostra vita e potrà forse arrivare ad essere un vero assistente personale.
- Per i compiti che Apple Intelligence non sarà in grado di svolgere interverrà l’integrazione con ChatGPT di OpenAI. Sarà utilizzabile gratuitamente, senza limiti e senza avere un account su OpenAI. Per Apple questo accordo è conveniente perché non pagherà OpenAI in denaro ma in visibilità, e al tempo stesso potrà scaricare su OpenAI la responsabilità di eventuali errori commessi dal chatbot.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La startup iGenius potrebbe diventare il primo unicorno italiano nell’AI
La startup iGenius sta provando a raccogliere nuovi investimenti per 650 milioni di euro, con una valutazione complessiva di 1,7 miliardi di euro. Se iGenius ci riuscisse, diventerebbe il primo unicorno (cioè azienda non quotata in borsa ma valutata più di un miliardo) in Italia nel settore dell’intelligenza artificiale.
iGenius è stata fondata quasi dieci anni fa e da sempre si occupa di intelligenza artificiale. Il fondatore è Uljan Sharka, 32enne nato in Albania che si trova in Italia da quando aveva 16 anni. Dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti nella Silicon Valley ha deciso di tornare in Italia per creare un’azienda tecnologica a Milano.
Qualche giorno fa iGenius ha pubblicato un modello linguistico di piccole dimensioni sviluppato interamente in casa e specializzato sulla lingua italiana. Il modello è open source ma finora non si sa molto sulla sua qualità, fattore determinante per stabilire se sarà utilizzato dalle imprese in alternativa ai modelli di OpenAI, Google e Anthropic.
INTERNET
Piracy Shield non va già più bene: in sviluppo la versione 2.0
Il sistema antipirateria Piracy Shield, molto criticato per la sua invasività e scarsa trasparenza, è da rifare. Entro l’anno sarà realizzata una versione 2.0 adatta a sostenere la grande quantità di blocchi da effettuare e l’accesso da parte di centinaia di operatori. L’AGCOM si dice sorpresa che si siano accreditati ben 300 operatori anziché i 60/70 previsti (nonostante l’accreditamento sia obbligatorio per tutti gli operatori e AGCOM gestisca direttamente il registro degli operatori).
Qualche mese fa il codice sorgente di Piracy Shield era stato pubblicato illecitamente su GitHub e si presume che l’AGCOM non abbia presentato una richiesta di rimozione dato che il codice è ancora online.
RETI
Telecom Italia Sparkle tornerà italiana con la nuova offerta del governo
Secondo alcune indiscrezioni, a breve il Ministero dell’Economia presenterà un’offerta per acquisire da TIM la società controllata Sparkle, che è uno dei pochi operatori di transito Internet Tier 1, con una rete globale in 33 Paesi per più di 600mila km di fibra ottica in totale.
L’offerta vale 800 milioni e prevede che il ministero detenga il 51% delle quote. La parte rimanente andrebbe ad Asterion, un fondo spagnolo che in Italia controlla già l’operatore Retelit.
Al momento l’azionariato di TIM fa capo principalmente ad aziende e investitori stranieri, per cui con questa operazione Sparkle tornerà ad essere di proprietà italiana. Per molti questo risultato è particolarmente importante perché Sparkle possiede anche una vasta rete di cavi sottomarini che molti ritengono sia opportuno restino di proprietà nazionale.
CLOUD
Il Polo Strategico Nazionale non doveva andare a TIM. Il governo studia come risarcire Fastweb e Aruba
La storia inizia nel 2021 quando per decidere a chi assegnare la realizzazione del cloud della pubblica amministrazione, il PSN, il governo decide di raccogliere delle proposte di progetti da analizzare. Viene poi scelto il progetto presentato da TIM con Leonardo, CDP e Sogei e si apre quindi una gara per decidere chi dovrà realizzare il PSN sulla base di questo progetto.
La gara viene vinta da Fastweb e Aruba ma dopo poche settimane c’è un colpo di scena: TIM sfrutta il diritto di prelazione previsto dal bando e sottrae a Fastweb e Aruba la realizzazione del “cloud sovrano”, che verrà poi realizzato da TIM in collaborazione con Google Cloud e Microsoft Azure per mancanza di competenze e tecnologie interne.
Fastweb e Aruba fanno ricorso e il TAR del Lazio gli dà ragione: l’offerta di TIM era inammissibile e il PSN andava assegnato a Fastweb e Aruba come da esito della gara. Ora il governo sta trattando con i due operatori per stabilire come risolvere la questione: si ipotizzano risarcimenti milionari (il bando valeva più di 700 milioni di euro) oppure l’ingresso delle due aziende nel PSN. Non una grande figura.
PRIVACY
Meta sospende i piani per usare i dati degli utenti per il training
L’intenzione di Meta (ne abbiamo parlato qui) era di usare i contenuti pubblici degli utenti (post e foto) per il training dei modelli di AI generativa.
L’autorità per la privacy dell’Irlanda, dove Meta ha la sua sede europea, ha però richiesto di sospendere il piano in attesa di vederci un po’ più chiaro.
ALTRE STORIE
- Sta per arrivare il nuovo fascicolo sanitario elettronico. Scrive Il Sole 24 Ore: «entro quest’anno i cittadini italiani potranno avere a disposizione un pacchetto di quattro servizi di base: consultazione di documenti, prenotazione di prestazioni, scelta e revoca del medico di famiglia e pagamento delle prestazioni attraverso piattaforma Pago PA o App IO». Fino al 30 giugno sarà possibile opporsi all’importazione nel sistema dei dati (es. referti) precedenti al 2020. (Il Sole 24 Ore)
- Anche questa volta gli open data delle elezioni europee che si sono appena svolte non sono stati pubblicati dal governo italiano. Tra ironie e frustrazioni ci ha pensato l’associazione OnData che ha estratto i dati dal portale Eligendo.
- Vodafone non invierà più le eSIM per posta, si potranno acquistare e usare interamente online. (DDay)
- OpenAI e Microsoft hanno annunciato che estenderanno la piattaforma di inferenza Azure AI sul cloud di Oracle. (Oracle, Twitter)
- La startup francese Mistral AI ha raccolto nuovi investimenti per 600 milioni di euro. (Wired)
- Elon Musk ha ritirato la causa nei confronti di OpenAI. Musk sosteneva che l’azienda avesse violato il contratto di fondazione, che però non esiste. (The Verge)