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INTERNET

Il regolamento europeo che prevede la scansione automatica di tutti i messaggi è stato rimandato: non c’è la maggioranza

Il Consiglio Europeo ha rimandato il voto sulla proposta di regolamento che da molti è stata soprannominata “Chat Control”. Prevede che le app di messaggistica applichino una moderazione dei contenuti in fase di invio dei messaggi per verificare la presenza di materiale pedopornografico (“CSAM”, in gergo).

La proposta iniziale della Commissione Europea è del 2022 e al tempo era stata pesantemente criticata: sembrava implicare che per poter verificare la presenza di contenuti CSAM fosse accettabile rinunciare alla crittografia end-to-end, una tecnologia sempre più diffusa e usata da app come WhatsApp e Messenger per garantire che nessun intermediario - e invece solo mittente e destinatario - possano leggere i messaggi in una conversazione cifrata.

La nuova proposta è stata leggermente modificata e prevede che la scansione dei contenuti avvenga prima che questi vengano inviati. Le valutazioni degli esperti sono comunque rimaste inflessibili perché le implicazioni per la privacy e la sicurezza delle persone sono enormi. Un sistema di questo tipo creerebbe un precedente aprendo la porta a controlli sistematici più diffusi e possibilità di abuso, tanto che da alcuni documenti risulterebbe che sarebbero previste delle esenzioni per alcune categorie di persone come i poliziotti, l’esercito e persino i ministri degli interni.

Va poi considerato che il sistema sarebbe probabilmente inefficace: non esistono infatti sistemi infallibili per rilevare il materiale CSAM. Ci sono due possibilità: che il sistema generi molti falsi positivi, cioè che immagini legittime vengano scambiate per pedopornografia, azionando segnalazioni alle forze dell’ordine e rischiose violazioni della privacy, o che generi molti falsi negativi, cioè che non riesca a identificare correttamente le immagini e i video illegali.

Uno dei passaggi necessari perché la proposta della Commissione diventi realtà è che venga approvata dal Consiglio Europeo, cioè l’organo dell’Unione Europea che riunisce i governi degli Stati membri. La proposta è stata temporaneamente ritirata e non sarà per ora votata dal Consiglio perché non avrebbe ottenuto la maggioranza richiesta (15 stati su 27): diversi Stati europei, tra cui Germania, Austria e Polonia, si sono dichiarati contrari, mentre altri, Italia compresa, non hanno ancora preso una posizione ufficiale.

A breve si insedierà il nuovo parlamento europeo e cambierà anche la presidenza del Consiglio Europeo (che passerà dal Belgio, il principale sostenitore della proposta, all’Ungheria) per cui le discussioni riprenderanno nei prossimi mesi.

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