Storie di bit
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Le storie della settimana

18 maggio 2024

Ciao! Questa è stata la “settimana dell’AI” e questa newsletter sarà quindi dedicata in buona parte alle novità di OpenAI e Google, ma ci occuperemo anche di cloud europeo, 5G, di un grave data breach, e altro.

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Intelligenza artificiale
1

OpenAI ci mostra il futuro degli assistenti virtuali con GPT-4o

Lunedì scorso OpenAI ha presentato un nuovo modello di AI generativa chiamato GPT-4o. È il miglior modello mai realizzato da OpenAI e oltre ad essere più preciso, più veloce e meno costoso ha la grande novità di essere nativamente multimodale. Significa cioè che è in grado di comprendere non solo il testo ma anche le immagini e i suoni, e di generare risposte vocali. Il tutto senza passaggi intermedi come ad esempio la trascrizione dell’audio. OpenAI l’ha chiamato l’«omnimodello» (da qui la “o”).

Gli esempi mostrati da OpenAI nelle demo sono sorprendenti. Si può conversare con l’assistente in modo molto naturale, anche interrompendolo, e il modello è in grado di comprendere le emozioni e il tono della voce, oltre a vedere quello che c’è intorno. Anche la voce di risposta è molto naturale, sa usare diverse intonazioni e stili e anche cantare.

Un paio di applicazioni concrete che potrebbero avere un forte impatto sono la traduzione in tempo reale bidirezionale e l’accessibilità. In un video pubblicato da OpenAI GPT-4o è in grado di agire da assistente rispondendo alle domande di una persona ipovedente, mentre durante la presentazione è stata dimostrata la traduzione in tempo reale tra italiano e inglese. La pronuncia italiana è evidentemente migliorabile e, scrive Rest of World, sarà da vedere se OpenAI si concentrerà di più sul migliorare il supporto alle lingue diverse dall’inglese, al momento insoddisfacente.

GPT-4o in versione “testo” è disponibile, o lo sarà a breve, gratuitamente (con dei limiti) per tutti, sia su chatgpt.com, nell’app ChatGPT e nella nuova app per macOS, mentre la modalità voce e video sarà resa disponibile solo agli abbonati a ChatGPT Plus, nelle prossime settimane.

I progressi di GPT-4o nella capacità di ragionare sono comunque marginali, nonostante sia passato un anno dall’ultimo importante passo avanti (il lancio di GPT-4, appunto), e problemi fondamentali come le allucinazioni sono tutt’altro che risolti, per cui c’è già chi ipotizza che OpenAI abbia raggiunto un plateau.

D’altra parte da tempo le indiscrezioni parlano del successore di GPT-4, probabilmente GPT-5, che è atteso per giugno e potrebbe fare un ulteriore salto nelle capacità.


Intelligenza artificiale
2

Il Google I/O è stato monopolizzato dall’AI, con decine di novità

Il giorno dopo l’evento di OpenAI, Google ha inaugurato la sua conferenza annuale per sviluppatori, il Google I/O, anche quest’anno in larghissima parte incentrata sulle novità di intelligenza artificiale.

Anche Google ha mostrato una demo di un assistente virtuale: è un progetto sperimentale chiamato Project Astra, simile a GPT-4o ma all’apparenza più lento e con una voce meno naturale. La parte di conversazione vocale sarà disponibile fra qualche mese nell’app Gemini per Android, che comunque non è al momento disponibile in Europa.

Google ha poi annunciato la disponibilità generale negli Stati Uniti delle cosiddette AI Overview, cioè delle risposte sintetiche generate da un modello linguistico e poi mostrate nella pagina dei risultati di Google. Queste risposte sintetiche non vengono mostrate sempre ma quando lo sono sono spesso sbagliate, e molti le stanno trovando un po’ invasive (non sono disattivabili).

Le funzionalità di ricerca basate su AI arriveranno anche in altri prodotti Google, come ad esempio in Google Workspace, Gmail e Google Foto, dove sarà possibile fare ricerche e ottenere risposte usando il linguaggio naturale. Con l’app Gemini per Android sarà anche possibile fare domande su un PDF aperto o sui video YouTube.

Google ha anche presentato un modello di generazione video, Veo, simile a Sora di OpenAI, e la terza generazione di Imagen, il modello di generazione di immagini. Sono tutti risultati notevoli ma poco sorprendenti perché arrivano tutti dopo annunci simili di OpenAI. In più la maggior parte delle novità annunciate sono appunto solo annunci di cose che forse vedremo in futuro.

Per gli sviluppatori, Google ha annunciato che AI Studio è ora disponibile anche in Europa e che Gemini 1.5 potrà processare fino a 2 milioni di token di testo, un record assoluto nel settore. Inoltre il nuovo modello Gemini 1.5 Flash è tra i più economici esistenti e mostra buone prestazioni.


Intelligenza artificiale
3

OpenAI perde dei pezzi importanti. Lascia anche Ilya Sutskever, uno dei fondatori

Ilya Sutskever ha lasciato OpenAI, dove aveva il ruolo di direttore scientifico (chief scientist) da quando l’azienda è stata fondata.

È una delle persone più importanti nel campo dell’intelligenza artificiale e ha da sempre spinto per dare più peso agli aspetti etici e alle conseguenze dell’AI. Molti lo chiamavano il genio dietro OpenAI perché aveva una prospettiva molto visionaria del futuro, in cui secondo lui l’AI se realizzata e usata correttamente avrà un ruolo nel risolvere problemi come la disoccupazione, le malattie e la povertà.

Si dice che a novembre scorso Sutskever abbia avuto un ruolo nel licenziamento (temporaneo) di Sam Altman, il CEO di OpenAI, che è invece molto meno cauto e più “accelerazionista”.

Lascerà OpenAI anche Jan Leike, che assieme a Sutskever era alla guida del progetto di “superalignment”, cioè il gruppo di lavoro che in OpenAI si assicura che i contenuti generati dai modelli siano allineati con le aspettative e i requisiti degli umani, studiando soluzioni di lungo termine. Secondo Wired ora questo progetto non esiste più.

«Non sono d’accordo con la leadership di OpenAI e le priorità dell’azienda da un po’ di tempo, fino a che non c’è stato un punto di rottura.»
Jan Leike, OpenAI

Nell’annuncio Leike ha specificato di essere in disaccordo con le priorità dell’azienda, lontane da aspetti come la sicurezza, l’allineamento, l’impatto sociale e simili.

Questa versione è confermata anche da un’inchiesta di Vox secondo cui molti dipendenti attenti alla sicurezza stanno lasciando l’azienda per la mancanza di fiducia nel CEO e le sue priorità. È la prima volta che questi dissensi verso la gestione di Altman emergono così chiaramente, e il motivo è che la maggior parte dei dipendenti sono costretti a firmare accordi di riservatezza molto rigidi.

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Intelligenza artificiale
4

L’assistente Anthropic Claude arriva in Italia

Questa settimana Anthropic, uno dei principali competitor di OpenAI, ha reso disponibile anche in Italia Claude, il suo “ChatGPT” basato su modelli linguistici proprietari.

Si può usare Claude gratuitamente su Claude.ai o nell’app Claude per iOS, dopo aver creato un account (servono email, numero di telefono e data di nascita). Per sfruttare i modelli più avanzati della famiglia Claude 3 e rimuovere i limiti c’è un abbonamento da 22 € al mese.


Internet
5

Amazon conferma l’arrivo del cloud europeo “sovrano” nel 2025

Il cloud europeo di Amazon Web Services (AWS) arriverà entro la fine del 2025, con una prima region in Germania. Il progetto del sovereign cloud prevede che i nuovi datacenter siano «fisicamente e logicamente» isolati rispetto alle altre region AWS, che nessun servizio dipenda da datacenter che si trovino negli Stati Uniti (come avviene attualmente) e che i dipendenti fuori dall’Unione Europea non abbiano accesso a nessuna informazione.

In totale AWS investirà 8 miliardi di euro solo in Germania nei prossimi 15 anni per realizzare il nuovo cloud europeo, che sarà sicuramente apprezzato dalle imprese che operano in industrie molto regolate che richiedono requisiti stringenti sul luogo di persistenza dei dati.

Inoltre, secondo quanto riporta Wired, AWS starebbe per entrare nel progetto del Polo Strategico Nazionale (PSN), il cloud per la pubblica amministrazione italiano realizzato da TIM, Leonardo e Sogei attualmente in collaborazione con Google Cloud, Microsoft Azure e Oracle Cloud. Il progetto aveva attirato delle critiche perché anziché sfruttare e adeguare le strutture pubbliche già esistenti si era preferito realizzare nuovi datacenter in collaborazione con delle aziende americane. Ora un’altra azienda americana, AWS, si aggiungerà al progetto.


Internet
6

Il 5G diventa più accessibile con le nuove offerte degli operatori virtuali

Da qualche settimana diversi operatori virtuali hanno iniziato a introdurre il 5G nelle proprie offerte. Questi operatori sono Spusu (rete WindTre), 1Mobile (rete Vodafone), Ho. Mobile (Vodafone), Tiscali (rete TIM), che si aggiungono a Fastweb (rete WindTre), che offre il 5G già da anni.

Gli operatori virtuali sono in genere più economici di quelli infrastrutturati (come Vodafone e TIM) e per questo hanno spesso dei limiti di velocità nella navigazione o nelle tecnologie disponibili. Ultimamente però molti operatori virtuali hanno iniziato ad includere tecnologie come il VoLTE (cioè le chiamate su rete 4G) e il 5G, rendendoli alternative più complete in confronto agli operatori tradizionali.

C’era da aspettarsi che a un certo punto sarebbe avvenuto: anche con il 4G, un decennio fa, a un certo punto la tecnologia ha iniziato a diventare la normalità e non più una caratteristica “premium” da pagare separatamente.


Cybersecurity
7

Il data breach di Synlab: 1,5 TB di dati sanitari di pazienti italiani sono finiti online

Dopo l’attacco informatico del 18 aprile, un gruppo di criminali informatici ha pubblicato online 1,5 TB di dati estratti dai sistemi di Synlab, un’azienda multinazionale che si occupa di sanità e che svolge in Italia milioni di esami in centinaia di ambulatori distribuiti in molte regioni.

Da quel che si capisce, questi dati contengono anche i dati personali e sanitari di molti pazienti, tra cui risultati di esami svolti da Synlab nei suoi ambulatori, e dei dipendenti e dei medici che lavorano per l’azienda. Nella normativa europea per la protezione della privacy i dati sanitari sono definiti “sensibili” o più precisamente “particolari”, proprio perché sono più critici degli altri e richiedono quindi una maggior cura nella loro protezione.

Nonostante ciò l’azienda Synlab finora non ha gestito molto bene la situazione: dopo l’attacco di aprile ha impiegato diversi giorni per riprendersi e ora a distanza di quasi una settimana dalla pubblicazione dei dati non è stata in grado di comunicare nemmeno il numero di pazienti coinvolti (i comunicati parlano ancora di «certi nostri pazienti»). Di conseguenza per ora i pazienti non sono stati avvisati di quanto avvenuto, esponendoli a pericoli e truffe.


Cybersecurity
8

I datacenter sottomarini potrebbero essere vulnerabili agli attacchi sonori

Dei ricercatori hanno scoperto che è possibile interferire con il funzionamento dei datacenter sottomarini semplicemente emettendo dei suoni su determinate frequenze.

I datacenter sottomarini sono ancora per lo più delle sperimentazioni ma sono stati presi in considerazione ad esempio da Microsoft: il fatto che siano circondati da acqua riduce la necessità di sistemi di raffreddamento, uno dei principali costi dei datacenter, e di conseguenza anche le emissioni inquinanti perché il consumo di energia è ridotto. (Questa settimana è emerso che Microsoft non sta riuscendo a rispettare i suoi molto ambiziosi obiettivi di emissioni e la causa sembra essere proprio i datacenter.)

La ricerca ha mostrato che certi suoni creano problemi significativi agli hard disk e ai sistemi di ridondanza RAID, potenzialmente portando a zero la velocità di trasmissione dei dati all’interno del datacenter. Nei test si è usata la frequenza 5 kHz a distanza di pochi metri, ma apparecchiature di grado militare potrebbero permettere attacchi anche a distanza maggiore.


Cybersecurity
9

L’ultimo aggiornamento di iOS sta resuscitando foto cancellate

Negli ultimi giorni ci sono state diverse segnalazioni online secondo cui l’aggiornamento iOS 17.5, uscito lunedì scorso, starebbe facendo ricomparire nella galleria delle foto cancellate anche più di 10 anni fa.

Non è al momento chiaro come sia possibile (l’ipotesi più probabile è che un bug, ora risolto, avesse bloccato queste foto in un limbo), ma il problema sta comprensibilmente generando molte preoccupazioni soprattutto considerando la reputazione di azienda attenta alla privacy che Apple si è costruita negli anni.


Da leggere e da vedere
10

Un paio di aggiornamenti:

Cose interessanti da vedere:


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