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RETI

Manca pochissimo allo scorporo della rete TIM e si fanno già le simulazioni

Mancano poche settimane alla conclusione della vendita della rete fissa di TIM: dopo infinite peripezie alla fine la rete sarà scorporata e diventerà di proprietà di KKR, un fondo di investimento statunitense, e altri investitori. I giornali parlano di giugno come termine possibile per il completamento.

Dopo la vendita, a TIM resteranno la rete mobile, il business del Brasile e Sparkle (una delle poche reti di transito internazionale al mondo). Oltre ovviamente alla vendita dei servizi ai clienti finali, sia privati che aziendali, motivo per cui in gergo la nuova TIM viene definita ServiceCo (o ServCo).

Per la prima volta TIM ha presentato nei suoi risultati finanziari una simulazione della situazione finanziaria di ServCo, cioè un’ipotesi di cosa succederebbe se lo scorporo fosse già avvenuto. Dal fatturato annuo di 16,3 miliardi di euro andrebbero tolti i proventi derivanti dai servizi di rete wholesale (all’ingrosso), abbassando il fatturato a 14,4 miliardi di euro. Inoltre TIM avrebbe molti meno dipendenti e presumibilmente meno costi per la manutenzione della rete.

Un altro aspetto di cui si sta iniziando a parlare è che dato che TIM non sarà più un operatore verticalmente integrato andranno rivisti completamenti tutti i limiti e gli obblighi che TIM attualmente ha. È questo il principale alleggerimento che i dirigenti TIM auspicano renderà l’azienda più competitiva.

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